Matematicamente

domenica 12 dicembre 2010

PAURA DELLA MATEMATICA

Adriano Dematté [1], docente di matematica e collaboratore della rivista Scuola e Didattica, mi ha chiesto di ospitare su Matem@ticaMente il contributo con cui parteciperà, il 14 dicembre, al Carnevale della Matematica 32.

Naturalmente, ho accettato con estremo piacere. Di seguito l'intervista ai suoi alunni.




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Perché si può avere / si ha / ho paura della matematica?

Alcune risposte di studenti della quinta classe del Liceo socio-psico-pedagogico

(Qui sono usati nomi di circostanza, diversi da quelli degli studenti che hanno risposto alla domanda)

Perché quasi sempre si riferisce a qualcosa di astratto, di non immediata comprensione.
Perché la soluzione molte volte può essere esclusivamente giusta o sbagliata, senza mezze vie.
Perché tante volte viene presentata come una materia ostica, riservata a pochi, perennemente poco comprensibile e composta da una serie di ripetizioni meccaniche di regole sconnesse tra loro.
Agata

La matematica può spaventare perché chi si trova a lavorare con essa incontra numerose regole, formule, teoremi, un linguaggio e una scrittura scientifica.
È una materia che costringe lo studente ad imparare e fare proprie numerose nozioni, richiede ragionamento e costante esercizio per ottenere buoni risultati.
Bruno

Probabilmente la matematica genera paura perché è una materia impegnativa, costringe a “mettersi alla prova”, a sviluppare delle capacità e delle competenze diverse rispetto agli altri ambiti.
Per ottenere buoni risultati bisogna tenersi continuamente in esercizio, allenarsi costantemente. Forse per qualche studente può diventare un problema...
Inoltre, a mio parere, questa disciplina può generare solo due sentimenti: o amore o odio, non esistono vie di mezzo.
Cristina

Si può avere paura della matematica perché è una materia che mette in moto il cervello, indagando campi infiniti.
Secondo me fa paura perché non tutti hanno la voglia di mettersi in gioco e mettersi lì davanti a un esercizio e provare con la propria testa a trovare una soluzione. E anche perché molte volte fa paura la scrittura di un esercizio; fanno paura i numeri.
Dario

Ho paura della matematica perché mi spaventano i numeri e le operazioni troppo complicate. Inoltre per affrontare un problema bisogna cercare di arrivare alla soluzione con la propria testa e quindi non c'è un semplice concetto da studiare.
Eleonora

Perché ho paura della matematica?
Ho paura della matematica perché a volte quando mi ritrovo davanti un “mostro” fatto di numeri non so come confrontarmi e risolverlo.
Però di fronte a delle semplici operazioni non sono in difficoltà. A volte si ha paura inizialmente di fronte ai numeri mentre quando, attivando il cervello, si trova la soluzione si prova un senso di appagamento.
Fabiola

Forse la paura della matematica la producono i matematici. Penso a come mi sento inadeguata di fronte a chi ne sa di più di me, ai miei compagni che sono così pronti a rispondere e che capiscono tutto al volo. Allora la paura viene quando ci si sente inadeguati, quando si prova un senso di inferiorità e si temono brutte figure.
Anonimo 1

Perché uno trova gusto nel fare matematica? Per narcisismo! Perché quando i risultati vengono allora questo gusto si moltiplica e l'ammirazione per se stesso diventa il motore del suo impegno. Io che faccio fatica, un po' di gratificazione la raggiungo, ma molto dilazionata e non abbastanza per non essere sempre insicuro e avere dei pensieri negativi quando faccio matematica.
Anonimo 2

La matematica è in grado di bloccarti, e non ci sono santi che riescano a smuoverti di fronte a un esercizio che non hai capito. Da questo credo che derivi la mia paura per la matematica; è la paura di non sapere come uscire dal senso di impotenza.
Penso che gli insegnanti dovrebbero dare dei compiti ben calibrati e non troppo difficili, per fare in modo che molti studenti non rimangano tagliati fuori.
Anonimo 3

Confesso che spesso non riesco a trovare un senso in quello che facciamo durante le ore di matematica e così il mio impegno è sempre scarso. Mi piacerebbe avere delle scorciatoie, come in altre materie: imparare qualcosa a memoria per far contento il prof. Invece no, la matematica non ha pietà e per andare avanti sono costretto a scervellarmi per ricostruire un minimo di ragionamento e arrivare alla sufficienza.
Anonimo 4

Risposte raccolte da Adriano Demattè


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[1] Adriano Demattè insegna Matematica e Fisica presso il Liceo "Rosmini" di Trento. E' membro del GREMG e coordinatore di disciplina per la rivista "Scuola e Didattica". Autore di pubblicazioni riguardanti l'insegnamento della Matematica, ha curato il volume "Fare matematica con i documenti storici" (Trento, IPRASE, 2006), il volume "Vedere la matematica" e numerosi articoli su riviste italiane e in atti di convegni internazionali.

4 commenti:

  1. Si ha paura della matematica 
    perchè  lei  non è un'opinione 
    son fatt ben precisi 
    e questo richiede più impegno
    ma oltre l'impegno credo...
    che ci debba essere anche una predisposizione 

    Un esempio:
    Conosco due ragazzi 
    uno bravissimo in matematica 
     quasi  un genio fin dalla più tenera età
    ma in italiano era come dire..
     bloccato lui parlava solo il linguaggio dei numeri

    L'altro ragazzo bravissimo in italiano
    ma scarsissimo in matematica
    e cosi molte volte si compensavano
    aiutandosi..

    Stessa scuola stessi professori
     stesso cammino
    ma con capacità diverse 
    forse è anche giusto che sia cosi 
    La legge di compensazione
    forse esiste anche nei cervelli?

    Complimenti a tutti 
    al professore e ai ragazzi

    Bacione a te Annarita 




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  2. si ha paura di ciò che ci fa percepire i nostri limiti. a nessuno piace sentirsi limitato, ma ciò deve essere uno sprone per superare i medesimi. la matematica è logica espressione del nostro mondo e di ciò che ci circonda.
    valeria

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  3. bella l'intervista!! complimenti ragazzi!!!!!

                BACI LETY

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  4. Davvero interessante il contributo del prof Demattè. Molto sinceri i pareri degli studenti interpellati e il fatto che siano sicuramente condivisi dalla maggior parte degli allievi, compresi i miei, deve farci riflettere!
    Complimenti al bravissimo Professore, che ha avuto una bellissima idea, e grazie a te Annarita!
    Un abbraccio,
    maria I.

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