lunedì 9 febbraio 2009

Geometria Composita E Altro Nell'Enigma Di Monna Lisa

Cari lettori appassionati di Arte e Matematica, vi presento uno straordinario saggio del caro amico Gaetano Barbella, che ormai ci ha abituati a lavori corposi e originali su diversi capolavori artistici. Questa volta è toccato alla Gioconda di Leonardo da Vinci.


Gaetano si avvale della geometria composita per effettuare uno studio dello straordinario dipinto, in linea con il metodo seguito dai critici d'arte per entrare "dentro" le opere di molti artisti rinascimentali...però il nostro amico va oltre, seguendo altri metodi personali, come avrete modo di comprendere dall'avvincente lettura del documento pdf, allegato alla fine del post.


Riporto di seguito l'introduzione del saggio per lasciarvi alla sua lettura integrale, dopo aver scaricato il documento.


***


L’ENIGMA DI MONNA LISA


A cura di Gaetano Barbella


gioconda_0



Illustrazione 1: La Gioconda. Leonardo da Vinci, 1503–1506. Olio su tavola, 77



Una innovativa geometria composita


Sul web, attraverso questo mio sito, Il geometra pensiero in rete, ed altri, ho esposto i risultati di studi che riguardano "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello, "La Tempesta" di Giorgione, e da poco "Il Cenacolo" di Leonardo. 
Ora mi accingo ad occuparmi della famosa opera di Leonardo, La Gioconda, anche nota come Monna Lisa, esposta al Museo del Louvre di Parigi.


Il metodo da me seguito, per sviluppare questi studi, non è nuovo poiché è lo stesso praticato dai critici d’arte che si avvalgono della geometria composita per entrare “dentro l’opera” di artisti del Rinascimento. Però io fuoriesco dai loro canoni con l’intento di mettere in luce risvolti geometrici che sono difficili da attribuire all’effettiva intenzione degli artisti rinascimentali nell’accingersi ad iniziare l’opera pittorica, non essendoci documentazioni autografe a riguardo.


Quel che si accetta nel mondo accademico delle Belle Arti è che sicuramente gli artisti del Rinascimento utilizzavano schemi geometrici, a volte complessi, per impaginare le loro figure nella composizione generale, ed è altrettanto vero che tali schemi, il più delle volte ricostruibili “a posteriori” (ossia solo sulla base dell’opera e non degli studi autografi), per essere credibili devono intersecarsi con i punti salienti della composizione. Altrimenti, potremmo sovrapporre a questo o quel quadro figure geometriche a iosa o selve di linee il cui percorso finirebbe per essere del tutto arbitrario.  


Ma la geometria non finisce mai di meravigliare, poiché approfondendo l’indagine conoscitiva correlate alle ricerche geometriche composite, non solo delle suddette opere d’arte rinascimentali da me trattate, ma anche ad altre di diverso genere, portano a supporre cose che forse neanche l’artista ha immaginato di concepire, poiché su di loro converge la tematica in corso.
Infatti mi sono occupato di sondare con lo stesso criterio opere d’arte, come l’Arco di Trionfo di Costantino a Roma, e persino l’origine della pianta di Torino disposta dai romani. Dunque, se questo approccio alle opere dell’uomo, non solo artistiche, è sostenibile, nulla vieta di pensare ad un “potenziale” effettivamente disponibile in seno alle stesse opere che al momento opportuno si esplica attraverso un imprevedibile “visitatore” capace, senza che lui se ne renda conto visibilmente, di dinamicizzarlo in toto o in parte per dar luogo a singolari resoconti.


Forse così si può spiegare com’è che io abbia eseguiti i miei accertamenti sulle opere sopra citate, ma con una peculiare differenza per il criterio che ho adottato, rispetto alle interpretazioni canoniche.
Parto dal fatto accertato che l’artista, nell’accingersi a sviluppare il tema della geometria composita di un’opera pittorica – mettiamo –, abbia predisposto un suo personale schema, che poteva essere un rettangolo aureo, un esagramma, un pentagramma o altro che si richiamasse a concetti mistici o esoterici in genere.


A questo punto occorre chiarire in proposito una cosa fondamentale sulla questione che mi sta a cuore, che è innovativa nell’approccio alle opere d’arte in “odore’ di esoterismo, poiché nel tempo passato, almeno fino al Rinascimento compreso, pare che non poche opere siano state così impostate dai loro autori. Per casi del genere, per me deve assolutamente sussistere la certezza matematica che gli ipotetici schemi geometrici relativi, congegnati in fase creativa dall’artista, restino comunque in memoria in seno al tema del quadro che poi vi si sovrappone, cancellando ogni cosa. Riferirsi solo alle fattezze del dipinto e alla dimensione della tavola su cui esso è disposto, non consente in modo esatto di far risalire, in via di principio, alla concezione dello schema geometrico suddetto. Per me questo è basilare ed è come il “punto d’appoggio” che chiedeva  Archimede col suo detto, «Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo.».


Sembrerebbe, a questo punto, che non ci sia verso di concepire un immaginario “algoritmo” adottato da un esperto e geniale pittore, per esempio Leonardo, allo scopo di porre al sicuro un certo suo “real segreto” (poiché l’emblematicità della Gioconda sembra farlo supporre), in modo da lasciarlo ai posteri perché “germogli” come si conviene. E così, al tempo stabilito, un ipotetico “predestinato”, percorrendo a ritroso l’algoritmo disposto da Leonardo, quale “principe” della favola coglie il privilegio di “baciare” la “principessa” dormiente, la Monna Lisa, l’ideale femminino leonardesco, e farla rivivere in lui. Ma questo concetto sarà più chiaro in seguito, allorché accennerò al modo di accettare l’intenzione di Leonardo di considerare un’opera d’arte come una sorta di “narrazione” che si avvale della matematica, che lui suggerisce per l’approccio alle sue opere, e che è questo il vero “Senso delle cose” dell’artista. [continua]


Scarica il documento pdf "L'enigma di Monna Lisa".


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× 53 cm. Parigi, Musée du Louvre.

15 commenti:

  1. Ho scaricato il pdf e gli ho dato una rapida lettura. Il contenuto mi sembra molto interessante e di qualità, come sempre. Mi riprometto di leggerlo con più calma.


    Grazie, Gaetano.

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  2. Ho dimenticato di firarmi nel commento precedente. Sono Mary.


    Baci

    annarita:)

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  3. Straordinario questo studio di Gaetano. Lo segnalo al mio collega di Arte che è un appassionato di Leonardoe in particolare di Monna Lisa.


    Bravo, veramente. Complimenti.

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  4. Caro Ruben, sei come al solito solerte nel commentare i miei interventi e così apprezzarli. Te ne sono assai grato.

    gaetano


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  5. Cara Mary,

    è altrettanto straordinario il tuo entusiasmo che dimostri per la Gioconda.

    Grazie di cuore,

    gaetano

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  6. Ci sono pure io, Gaetano, a non perdermi nessuno dei tuoi lavori straordinari.


    L'ho letto tutto da cima a fondo e anche se qualche passaggio mi sfugge ne ho compreso il significato e il notevole valore.


    Complimenti e un grazie a te e ad Annarita che ospita i tuoi lavori.


    Artemisia

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  7. Carissima Artemisia, come non precipitarmi a lodarti per la tua consolidata affezione ai miei studi sull'arte? Ecco per te un grazie in più.

    Con Annarita c'è un conto a parte sui grazie per l'amicizia e stima che sono davvero smisurati.

    gaetano

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  8. Strabilinte come al solito.

    Gaetn, caro fratello in web, sei straordinario.Complimenti.

    Grazie anche ad Annarita che ospita i lavori di onateaG, cosi' come avrebbe scritto Leonardo.

    Invito i lettori a visitare il mio blog letterario

    http://utilizerapagain.blogspot.com

    per leggere un altro interessante e intrigante saggio di Gaetano.

    Vale

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  9. Fratello Pier, quasi quasi, faccio come Leonardo che se ne andò da re Francesco I, perché lo apprezzava come non mai. Me ne vengo da te in Sardegna. Anzi ci ritorno poiché vi fui concepito.

    Grazie,

    gaetano

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  10. La nostra prospettiva interna è rimasta a quella del Rinascimento, ma quella dell'arte è andata oltre.


    Ti faccio una domanda. Ma gli uomini del Medio Evo vedevano il mondo con quella prospettiva così come la vediamo nei dipinti di quel periodo?

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  11. Piesse. Per maggior chiarezza, CB' è senz'altro unitario per costruzione, ma CD = 0,661584538....

    Se calcolo l'arcos del valore CD·sen (67°,76124391...) e al valore ottenuto aggiungo il complementare di 67°,76124391... ottengo proprio 74°,47751220..., quindi il risultato è senz'altro corretto. Ma la formula usata da Gaetano continuo a non 'ritrovarmela' e ovviamente nemmeno il fatto che CD=1... :(



    Bruno

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  12. Carissimo Bruno, oggi tu e Alberto siete stati assai preziosi. Alberto perché mi ha dato una grande opportunità, quella di aggiungere tutto ciò che vedi scritto a commento prima di questo per te.

    E tu per aver approfondito l'esame del mio lavoro e così riscontrare gli errori che ho commesso. Altri per sminuire direbbero refusi. In realtà lo sono perché i conti tornano alla fine e tu stesso lo attesti. Ho fatto un po' di pasticci, ma ho subito rimediato. Chiederò ad Annarita di sostituire il vecchio pdf con il nuovo che le invierò. Mi scuso con tutti (tu per primo).

    gaetano

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  13. Solo chi non fa non falla, lo sappiamo tutti ;)

    Tu invero produci tantissimo, per quel che vedo, e questi refusi sono men che granelli :)

    Grazie a te, Gaetano!



    Bruno

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  14. Grazie molte Gaetano per la tua estesa risposta. L'argomento e vastissimo ed essere esaustivi è impossibile. Un giorno cercherò di scrivere un post semplice sull'argomento. Ciao.

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  15. Caro Alberto,

    hai ragione, è troppo vasto il campo sulla questione in discussione. Tuttavia, se ho ragione di credere a ciò che ho arguito, nel sostenere la fragilità della nostra interiorità, è perché diamo eccessiva importanza all’attore del teatro scenico della vita, ossia quello dell’uomo esteriore.

    Un essere che molto spesso è a caccia di allori, di applausi, ma che poco si cura dell’autore e del regista dell’opera che egli pone in scena. Egli è convinto con superbia che l’eventuale loro successo è dipeso da lui, dalla sua bravura che solo in parte è così.

    In questi giorni si sta votando per la migliore poesia sul blog di Stella (un evento che Annarita ha riportato sul suo blog Web 2.0 and Something Else) ed ora si è alla battuta finale in cui sono in lizza quattro poetesse, Annarita, Paola, Calliope e Frufrupina.

    Ebbene come al solito, ed è cosa normale, tutti i convenuti al voto sono presi per i meriti poetici delle candidate, ma nessuno presta tanto attenzione al loro messaggio riposto. Nel senso che si tratta di un cercare di far nascere un piccolo “io” bisognoso di attenzioni, cosa che forse neanche le potesse ne hanno coscienza ed è solo una inconsapevole spinta in loro, presa per idea buona da sviluppare soltanto). Questo per significare che anche se la poesia di questa o di quella poetessa o poeta, non è tanto una buona “culla”, ma non potrà neanche pensare che il nascituro non debba ottenere, lui e non altri, “oro incenso e mirra”. Molti regal bambini nascono in umili grotte, eppure nel crescere sono meravigliosamente superni.

    Ecco il modo di interpretare la frase di Gesù quando dice di lasciare che “i morti sotterrino i loro morti”. E di conseguenza “uccidere il vivo” e far resuscitare “il morto” alchemicamente dicendo. Il “vivo” siamo noi nell’esteriorità che abbiamo modo di sopportarne le privazioni, quel tanto che basta per far sviluppare in noi l’anima e lo spirito ancora in fasce.

    «Si deve purificare ed esaltare l’elemento del fuoco, che è in noi, e aumentare il tono di questa corda allentata. Non si deve far altro che concentrare il fuoco del mondo, per mezzo di specchi concavi, dentro un globo di vetro; e qui c’è l’artificio che tutti gli Antichi hanno religiosamente tenuto segreto, e che il divino Teofrasto scopri. Si forma in questo globo una polvere solare, che poiché si è purificata da sé medesima, con la mescolanza con altri elementi; ed essendo preparata secondo l’arte, diventa, in poco tempo, superlativamente adatta ad esaltare il fuoco che e in noi; ed a farci diventare, per modo di dire, di natura ignea». [Le Dimore Filosofali di Fulcanelli. Prefazione p.22. Edizioni Mediterranee]

    gaetano

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